La contrada era immersa in un filo di nebbia mattutina Che si diradava lentamente verso il canale allo scoccare delle sette Il canto di un'upupa viaggiatrice mi suggerì che non era un sogno Nonostante il silenzioso risveglio accanto te, mio eterno docile rimpianto E ci lasciai la pelle in quella terra abbandonata dal progresso Nella valle fertile e silenziosa del Canale dell'Asso Dove ogni storia profumava di grano appena mietuto, di lucciole e di tabacco E il tuo ricordo era l'unico appiglio, il cielo terso agognato dal fondo di un pozzo E allora amore mio misericordioso Che somigli alla vergine del rosario A quella statua nella cappella dove ogni domenica Gli ultimi anziani rimasti recitano all'offertorio Ricordati dei nostri attimi d'eterno Consumati all'ombra di luna del campanile in cemento In un lungo clandestino sacrilego abbraccio E allora amore mio misericordioso Vittima e carnefice del nostro cuore adultero Dacci oggi il nostro spicchio di salvezza Proteggimi dalle responsabilità del diventare adulto Proteggi la nostra alcova dalle grinfie feroci della tua famiglia Tu che per me sei donna amante madre e figlia Tu che per me sei donna amante madre e figlia