Era fame era sete Erano giorni di carestia Era la corte dei miracoli Era l'inverno e la malattia Era ordine e pulizia Era il tempio il supermercato Erano fantasmi che tornavano Era il futuro surgelato. Era ancora l'assalto al treno Era l'imbroglio e la rovina Era la ruota della fortuna Era tutto come prima. Erano in pochi erano in tanti Era la vecchia dinastia Era piccola e feroce Era la nuova borghesia. Era una sporca camicia nera Mandata in lavanderia Era l'uomo dei miracoli Era di nuovo la nostalgia Era il telepredicatore Era il servo e la catena Era l'inizio era la fine Era il rogo era la pena. Era Arcore l'epidemia Era l'idiota l'ideologia Era vino che diventa aceto Era ancora piazzale Loreto Erano in pochi erano in tanti Era la vecchia dinastia Era piccola e feroce Era la nuova borghesia. Con Dio dall'altra parte Era un soldato mandato lontano Erano le borse dei mercati Era la notte Che scendeva piano Era il feudo e il federale Era Pontida la capitale Era il girone dei barattieri Era la ciurma da tribunale Era il vuoto e la vertigine Era il trionfo del carnevale Era l'ingorgo dei canali La TV era la cattedrale. Erano in pochi erano in tanti Era la vecchia dinastia Era piccola e feroce Era la nuova borghesia Che il vento tristo Che il vento tristo Che il vento tristo Se la porti via...