Questa non è una festa, è una rivoluzione Niente a che fare con il carrozzone Che comanda nel mondo virtuale Perché è la festa di nessun padrone Non è una fiction, è una festa reale Rossa di sangue vivo dei suoi tamburi Nera delle sue streghe che son tornate Perché dopo secoli di catene Finalmente è il sud a comandare E comanda un mercato artigianale Di chitarre battenti di gonne a fiori Di quell'arte che non è un buon affare E che dal supermarket resta fuori E comanda ma senza comandare Perché ognuno festeggia come vuole Questa non è una festa, è una rivoluzione Che non era prevista, almeno così mi pare Quando ero studente e cominciavo a studiare L'arte di Sacco Andrea e la sua leggenda Perduta nel silenzio degli anni ottanta Ora quel silenzio è diventato un coro Che illumina la festa patronale Che è una povera festa senza pretese E senza cover anglo-americane Ma è una povera festa internazionale Perché comanda la sua processione Dove ognuno è diverso e ognuno è eguale Col suo dialetto e con la sua canzone E comanda ma senza comandare Perché ognuno festeggia come vuole Questa non è una festa, è una rivoluzione E chi si mette in testa di volerla fermare Dovrà fare conti i fiori del male Centomila briganti nella storia Dopo cent'anni di nessuna memoria Centomila briganti senza nome Che non saranno stati degli eroi Ma se si son battuti anche per noi Quei nomi li dobbiamo festeggiare In questa festa che non ha che fare Con i grandi impresari del potere Ché il loro sound a noi non ci appartiene Qui comanda la musica popolare E comanda ma senza comandare Perché ognuno festeggia come vuole Questa non è una festa, è una rivoluzione E questa festa chi la vuol fermare Dovrà fare i conti con la questione Del briganti di ultima generazione Che niente li potrà globalizzare Che son figli di una rivoluzione Senza fucili e senza barricate Perché la loro arma è una canzone Che vale più di mille cannonate E comanda ma senza comandare Perché ognuno festeggia come vuole Questa non è una festa, è una rivoluzione