Come dici? Non sono più io? Di che ti stupisci? Lo sapevi già Che ti avrei delusa pure questa volta La tua porta è chiusa, la mia faccia è storta E tu segni appunto questa città smorta proprio come noi Ma vabbè, non importa, va bene Basta che ti siedi e che non provi più a scappare Che poi dove vuoi andare col tuo malumore? Il meteo delle sei, c'è perturbazione In un caffè del centro piovono silenzi e litri di parole Parlami di te Di cosa hai fatto in questi anni Che son sicuro che mi hai pensato Sono sicuro che mi hai lasciato Ad appassire dentro qualche libro di poesia Perché poetico lo sono sempre stato E sono bravo a tenere il segno Delle cose che non hai mai detto Delle cose che non ho mai detto Però adesso che abbiamo cent'anni E non abbiamo più niente, più niente da dirci Non ti sembra strano che questo silenzio ci abbia reso simili? Come due gocce d'acqua nel volerci credere agli antipodi Però adesso che sono lo stesso Di cento anni fa, forse solo un po' più grasso E va bene, avrò forse anche detto qualcosa di stronzo Però poi per il resto Vorrei dirti che ti voglio bene, ma non ci riesco Vorrei dirti che mi sento bene nonostante tutto Parlami di te Di cosa hai fatto in questi anni Che son sicuro che mi hai pensato Sono sicuro che mi hai lasciato Ad appassire dentro qualche libro di poesia Perché poetico lo sono sempre stato E sono bravo a tenere il segno Sono bravo a lasciare il segno Parlo io, meglio così Che se lo fai tu mi cade in testa il cielo Che tu c'hai i tuoni in bocca Ed ogni frase si alza odore di burrasca Ed io che sono una poesia Mi impari e poi mi butti via Mi stracci e poi mi butti via Parlami di te Di cosa hai fatto in questi anni Che son sicuro che mi hai pensato Sono sicuro che mi hai lasciato Ad appassire dentro qualche libro di poesia Perché poetico lo sono sempre stato E sono bravo a tenere il segno E sono bravo a lasciare il segno