Una borsa colore marrone infilata fra un piede ed un altro Con i soliti 5 minuti di cronico ed ovvio ritardo Barcollando infantili fra un misto di gioia e di freddo imbarazzo Ammassati si sfiorano deboli e ingenui soltanto i cappotti Mai abbastanza stretti Incrociare lo sguardo di un uomo per pochi secondi innocenti Con l'intento di entrare in silenzio negli angoli della sua mente Scoperchiare con passo felpato anche i suoi più nascosti commenti Lui che scende alla stessa fermata di sempre Sì, la stessa di sempre Un sorriso rubato per caso a un'anziana ed agiata signora Con il dito già pronto a schiacciare il pulsante alla prossima sosta E una schiera di pecore grigie si affretta davanti all'uscita Impaziente di fronte al pensiero di scendere Come evadere da se Finestrini appannati con stampi di mani e di nasi dovunque Qualche traccia indelebile nera, un pensiero rimasto fra i denti Silenziosi discorsi taciuti alle sette di un freddo mattino Claustrofobica voglia di scendere, scendere, scendere... Consapevole che ci dovrai risalire