Appaio all'improvviso come fossi un lampo nel tuo cielo grigio Faccio luce a te e poi a te E a quelli che si aspettano una svolta nel mezzo di un pomeriggio Se un pensiero nasce è già un peccato tenerlo per sè Mi sentirei in clausura artistica, tu sai com'è Mi esprimo è una sfida balistica, al mio tre Uno, due, tre Arrivo in faccia crudo e non professionista, come i Dardenne! La solitudine fa bene, a volte uccide il seme A volte asciuga dentro nel momento in cui hai più sete Vedi te, che neanche sul set le maschere ti bastano Anche quando vuoi mostrarti vero, gli altri raschiano Sul viso o esigono, ma io mi spoglio così Davanti ad uno schermo, ho l'anima a transistor Amplifico i valori, io ti penso, ti voglio bene (Ti amo) Ascolta il mio respiro, traducilo in storie vere Ti chiamo però non parlo, è un mio vizio Quello di usare le parole e farne un gioco Tu credi sempre a ciò che dico, è il miglior esercizio Faccio battute tristi, sai mi diverto con poco D'altronde ridere allevia il supplizio Seppur le lacrime san bene in cosa m'idealizzo Troppo complicato, mi piace farlo semplice Sebbene omologar sia facile poi mi stranisco Borraccia e asciugamano per correre il rischio Il traguardo è sempre a un passo, io ma mai che insisto Tre, due, uno Alzo le braccia tiro un urlo, butto a capo e riscrivo l'inizio C'era una volta, come fosse un libro Come fossi brillo io sincero più che mai Sputo fuori l'intestino a dirti quello che non sai Creo cassetti non tradizionali per metterci i guai! Non mi vedrai mai ricurvo a raccogliere muffa Mi danno del depresso, sappilo è una truffa Gli occhi miei sono questi, non nascondo nulla Mi conosco e son così fin dalla culla (E tu) Non chiederti se è felice chi non sa ma agisce Io delle volte ignoro il cuore e mi addormento triste Altre volte associo il tempo a modelle e riviste Smile prima che una ruga le sfinisce Sai su ogni faccia c'è una storia, tu dimmi la tua Raccontami di quanta noia hai provato giù in rua E non scordarti della gioia che è come la luna Se non è piena resti al buio, è solo colpa sua E non sono qui a darvi lezioni alle tre di mattina Ho sempre agito con l'istinto da pazzo omicida Se colleziono brutte foto devo pur metterle a fuoco E questo mondo è predisposto alla carneficina Faccio viavai dallo studio alla cucina Sulla via l'unica finestra qui accesa è la mia Ci penso spesso, son svegliato dal silenzio Ma la notte non è notte, cazzo, se la passo dormendo Uno, dieci, cento! Batto i tasti e poi cancello E come Giacomo più scrivo e più ripiego su me stesso E la natura è la condanna nello stesso tempo Io nello stesso autunno, ed è lo stesso inferno