Calo dalla cimbare di fitte e di preghiere Per la pesca del dragone getto noci d'acagiù Eccolo, s'impiglia tra le maglie con le squame E poi nel murmure scompare, tinge il mare d'altro blu E lungo il fruscio della sua ombra, la mia anima che affonda Giù dove la lotta è più profonda nella tana della dea Shamamatà, maestà nel trasmutare e illumina nel gorgo la mia via Shamamatà, nessuna verità, è l'ultima sul dorso la bugia Oltre l'oblio delle tue chiome, nel balenio incantatore Scendo i gradini del sonno, ma si avvera il tuo volto Rimango sveglio e non dormo mai Mangerò le foglie colte all'albero del sale E d'ogni sogno secco al sole solo la necessità Echi di conchiglie come oceani di cicale Ora che non ho più nome, chi mi chiama annegherà Nello scintillio si spacca l'onda Lava il cuore e poi lo affolla Di silenzi gonfi di tempesta Per la festa della dea Shamamatà, maestà nel trasmutare e illumina nel gorgo la mia via Shamamatà, nessuna verità, è l'ultima sul dorso la bugia Chi sono io, se il tuo chiarore è sfavillio di perle nere? Se tutto l'oro del viaggio scivola in fondo allo sguardo Preda del lampo degli occhi tuoi? Shamamatà, pericolosa Shamamatà, in me ogni cosa Scendo i gradini del sogno Ma sono sveglio e non dormo mai