Mi chiamo Latrino taleggio, arciduca dei peti di Puglia e Forlì
Con un nome così
Ero già predestinato a una grave alitosi al gigler del duodeno
Son solo da quando son nato e la mamma mi dava i buondì con la fionda
La nonna mi è morta davanti alla faccia
Baciandole il viso soltanto una volta
Il nonno fumava la pipa imbronciato
Per allontanare il mio fiato malato
Lo zio Gabriele fuggì nel pollaio e gridò
"Sopprimete quel bambino, puzza come il demonio"
Il babbo afferrò la mannaia
In una notte di luglio con un ghigno sul volto
Io corsi nell'aia, ma venni braccato da Don Bratislavo che mi esorcizzava
Schivai i pallettoni di Gabo che steso nel prato si crese cecchino
Ed infine la nonna, in un rantolo estremo
Provò a fracassarmi la testa col dravo
Fuggendo mi venne il fiatone, sicché dai castagni cadevan le starne
Le carpe del fiume salivano a galla
La pancia rivolta ad un cielo di stelle
E lo scarabeo stercoraro
Avvezzo ai fetori
Roteava una palla
Di sterco e di terra nel chiaro di Luna
Se ne andava a Volterra
Con un sigaro in bocca
E lo sguardo di un puma
Ma per Latrino era soltanto l'inizio
La sua alitosi era un orrendo supplizio
Il suo cavo orale un pudeapondo orefizio
Che lo condannò a un esilio pieno di strazio
1200 anni dopo il sindaco Ciacci chiamò Montalbano
Noto detective di Fano, che corse sul posto pistola alla mano
Venga, le mostro il mistero
Dell'alta prigione sull'alto torrione
Guardi le brunite catene, quel mucchio di ossa e il tremendo fetore
Non ci è dato capire
Dalle fonti paleocristiane
Se era un vecchio pastore
O la suora Clarissa, famosa porcona
O i resti di una zingara nana
Si fidi di me, signor Ciacci, mi chiamavano naso
Mi lasci tre giorni di tempo e risolverò il caso
Sherlock Holmes
McClane, Poirot, ispettor Gadget, Zenigata
Gli eroi di tutta una vita
"Pronto?"
"Si salve, parlo col colonnello Mustafà?"
"Si sono io"
"Ah salve, sono il commissario Montalbano e-
La chiamo per una perizia"
"Perizie ne faccio, si, ma Montalbano? La conosco?"
"Ah no, ahimè, sono un commissario qualunque, omonimo e famoso"
"Bene, che perizia?"
"Una perizia meteorologica, ovviamente
Mi trovo a Volterra, potrebbe raggiungermi in breve tempo?"
"Certo signore, sono ad Amsterdam e sto provando dei mulini a vento"
"E-e penso che in 5 minuti riesca ad arrivare"
"Urca, la aspetto allora, grazie"
"Arrivederla"
"Ciao Musta"
"Arrivederla"
♪
Il colonnello Mustafà finì la pipa caricata di calendula e ginseng
Con uno schiocco delle dita provocò una tromba d'aria di molecole
Venne Eolo in persona che lo sollevò nel cielo con un certo savoir-faire
Ed atterrano a Volterra sulla vetta della torre con un turbine
Fece 31 giravolte
Strisciò per terra come un sergente
Citò la bibbia e si fermò
Aveva il volto di Barbazoo
Pregò Bernacca, il suo patrono
Si leccò un dito, per-cepir l'ozono
Sorrise ad Eolo trionfamente
Aveva già la soluzione in mente
Caro sindaco il caso è chiuso
Caro tristissimo Montalbano, deluso
Qui non trattasi di osteoporosi, no
Ma di gravissimissima alitosi
Alitosi medievale
E me ne vado
"Oh Musta, prima che tu vada, levami na curiosità"
"Eh"
"Ma come mai quell'ecchimosi sul volto?
Quel braccio ingessato, e quei lividi?"
"Sei mai stato a Cesenatico, te?"
"No"
"Non andarci"
E infine, lo scarabeo stercoraro
Dall'alto di un olmo
Annuì soddisfatto
E gridò a modi insetto
Era il caro Latrino
Latrino taleggio
Arciduca avariato
Prigioniero e asfissiato
Dal suo stesso fiato
Questa fu la grandissima sfiga di Latrino
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