"Cos'è successo ieri? Un naufragio, un disastro? Non ricordo... Un corpo morto e un Porto, Un racconto scritto sul Diario di Bordo." Una pozza di sangue o vino rosso? "Uno Specchio che ha stravolto Il riflesso distorto del mio volto. La corda stretta al collo, Ma io non me ne sono neanche accorto." Una visione, un sogno sepolto, o un racconto? Chi è sconfitto? (Sopravvissuto) Chi ha smarrito? (a che è servito?) Chi ha scordato? (la valigia è vuota) Chi ha giocato questa partita? Meglio morire che perdere la vita. "Cosa ti porta in questa Taverna? Sei mezzo morto o sei mezzo vivo?" Il Cieco disse "Non vedo un motivo" Gli occhi cuciti scrutavano il Vecchio. Il Cieco disse "Non è un approdo" Fissava nei frammenti rotti di quel grande Specchio. "Salpai da cieco di mare su quella galera infame. Da mendicante, senza aspettarti niente, Vai alla cieca e puoi rinnegare chi sei E tu che bevi per non scordare, versami ancora del vino Che io preferirei di no, non dimenticare, E quindi ho scelto di mendicare. Su quella nave cantavo il mare e i guai, Tenevo il ritmo e narravo le gesta, Storie che spronano allo sforzo i marinai Per tener duro e scamparla dentro la tempesta. Mi cacciò il capitano, non la gradiva l'imprevedibilità E adesso, non previsto, sono qua a terra E ho aperto gli occhi ai miei fallimenti. Non ho scordato quello che ho perso, Ma guardo in modo diverso e vedo Altrimenti. Ma ora son Cieco di terra e so che Solo in mare ci vedo qualcosa di più. Vedo qualcosa di più e questa ferita, Questo tatuaggio, e questo dito mutilato, Non li ho mai visti ma porto il dolore che è stato. Guardo dietro le mie spalle e mi vedo chiudere porte. Guardo davanti ai miei occhi E vi vedo ammanettati alla morte. I cani randagi, gli echi dei passi, e questo dito ammutinato, non li vedo più ma porto sul corpo Il dolore che è stato. Guardo davanti ai miei occhi, Rinuncio al bastone e al mio nome e mi vedo guardare. Guardo davanti ai miei occhi e mi vedo guardare."