E se queste fossero solo parole? E se queste fossero solo parole? Il silenzio ha senso, un secondo sole è sorto, Un morto è creduto vivo e un vivo è creduto morto. Sul ponte della nave fuori dal Porto, Il senso di un viaggio senza ritorno, Il silenzio di un'assenza, un vuoto pieno intorno, La scena di un incontro fra l'uomo di bordo E l'uomo sul bordo. La banchina è semovente, In una deriva lentamente galleggiante. La terra è ferma solo per quelli che hanno le catene Alle caviglie ai polsi agli occhi e alle vene. Il formicaio dietro al Porto è una grande tomba a cielo aperto, Le formiche nel suo ventre ci lavorano per sempre Senza mai farsi domande. Finirà che poi ci moriranno dentro. Nel centro del cerchio. Nei gangli del Labirinto, non si trova neanche Un mezzo vivente in mezzo a questa gente E la luce accecante non fa vedere niente. Il buio svela la sparizione dell'Orizzonte. La città dietro al Porto è una tomba gigante. Questa luce non è salvezza, è solo corrente Alimentata da una schiavitù consenziente Che si scava da sola una fossa gigante. Le ferite aperte di un mendicante, Fra i morti lui solo mi guarda e mi sente. La città dietro al Porto è una tomba gigante. Seguo il Labirinto. Gente in divisa spala corpi senza vita. Perdo l'orientamento, Come fuggendo da un inseguimento. Il Labirinto si prende gioco di me, Mi porta allo scarto, mi forza verso La strada più lunga e io mi sono perso. Nel buio, quattro lanterne E l'insegna di legno di tre Taverne. Una figura che non ha volto, Che io non guardo e non ascolto, mi mette in guardia, Mi guarda e mi dice di non entrare, Ma è un fantasma, è il disegno di gesso Di un corpo rimosso da uno spalatore. La terza è una tetra Taverna, apro il portone. (Una nave, una candela, un uomo in una pozzanghera, sette rintocchi di pendolo e tutti voi) Otto corde, cinque sedie e una Sparizione.