Ho visto una vita diversa da questa, le rondini in cielo chiamavano Dio Tra le rose scarlatte di tempi d'amori finiti volavi nell'animo mio Mi ricordo la luna di luglio e i discorsi infiniti da solo alle tre del mattino E le gocce di sangue cadermi dai polsi nel marmo perlato di quel lavandino Ho visto una vita diversa da questa, da questa finestra che sbuca sul campo Una valle fiorita e disteso nel lilla a dormire, il tuo corpo vestito di bianco Quando le stelle saranno vicine anche le lacrime si asciugheranno La volta celeste si muove pеr te, muoiono gli angeli solo per tе Ma la vita è divisa in presente e passato, le foglie si staccano da questo ramo Colorano il suolo dei sogni d'arancio, i giardini di rosso come il melograno Passeri poggiano sulle tue dita, quanto dolcezza nasconde la vita Guardare stagioni sbocciare ed amarti con tutto me stesso finché sono in vita Io sono le spighe dorate di giugno che accolgono i pascoli quando fa sera L'odore d'agrumi nei cesti di frutta, le rose fiorite che crescono a schiera L'edera cresce su questo castello, impetuosa colora di verde le torri Nel viola pastello del cielo serale recisi i miei polsi con gelide forbici Forse perché, forse perché non so vivere un attimo senza pensare E perché certe volte lasciarsi cadere in quei vortici illogici sembra normale Passare le ore fissando uno schermo sperando faciliti il corso del tempo Sprecare giornate a pensare al passato nel mentre che attorno cresceva l'inferno La vita è diversa da quello che vivo, lo vedo negli altri che neanche ci pensano Questa coscienza mi pesa, mi curva la schiena, mi aliena da quello che sento Passeri muoiono tra le mie dita, quanta tristezza nasconde la vita Guardare stagioni sbocciare ed odiarmi con tutto me stesso finché sono in vita Io sono castelli barocchi in rovina, campi di lavanda, profumo di salvia E conduco l'angoscia su questa mia via che certe persone chiamano "poesia" Ma lo specchio di questo è una vita normale e non posso toccarla neppure rompendolo Come una sorta d'autismo sociale che tocca lo spirito e spinge da dentro Io vedo me stesso di cinque anni fa con la faccia che sporge da quella finestra Giurarsi parole pregnanti di morte per auto-convincersi della sua scelta Rivedo ragazze riempite di sensi di colpa che piangono chiuse nel bagno Mi siedo da solo e contemplo la luna, non ci sarà luce nemmeno quest'anno