Dell'invito trascorsa è già l'ora Voi tardaste Giocammo da Flora. E giocando quell'ore volar. Flora, amici, la notte che resta D'altre gioie qui fate brillar Fra le tazze è più viva la festa E goder voi potrete? Lo voglio; Al piacere m'affido, ed io soglio Col tal farmaco i mali sopir. Sì, la vita s'addoppia al gioir. In Alfredo Germont, o signora, Ecco un altro che molto vi onora; Pochi amici a lui simili sono. Dà la mano ad Alfredo, che gliela bacia Mio Visconte, merce' di tal dono. Caro Alfredo Marchese T'ho detto: L'amistà qui s'intreccia al diletto. Pronto è il tutto? Un servo accenna di sì Miei cari sedete: È al convito che s'apre ogni cor. Ben diceste le cure segrete Fuga sempre l'amico licor. Sempre Alfredo a voi pensa. Scherzate? Egra foste, e ogni dì con affanno Qui volò, di voi chiese. Cessate. Nulla son io per lui. Non v'inganno. Vero è dunque? onde è ciò? Nol comprendo. Si, egli è ver. Le mie grazie vi rendo. Voi Barone, feste altrettanto Vi conosco da un anno soltanto. Ed ei solo da qualche minuto. Meglio fora se aveste taciuto. Mi è increscioso quel giovin Perché? A me invece simpatico egli è. E tu dunque non apri più bocca? È a madama che scuoterlo tocca Sarò l'Ebe che versa. E ch'io bramo Immortal come quella. Beviamo. O barone, né un verso, né un viva Troverete in quest'ora giuliva? Il Barone accenna di no Dunque a te Ad Alfredo Sì, sì, un brindisi. L'estro Non m'arride E non se' tu maestro? Vi fia grato? Sì. Sì? L'ho già in cor. Dunque attenti Sì, attenti al cantor.