A cosa serve fingere Se ciò che fingiamo di non avere sotto agli occhi Irrompe costantemente nel fare dei giorni Ora rovinando, ora seppellendo L'armonia delle cose? È forse giusto tacere indifferenti E correrti incontro ma urlandoti contro? Natura Ascolta, sta piovendo Piove lo sporco, piove l'ambascia, piangi È tutto così innaturale Si acuisce la consapevolezza di esserti distanti, quasi estranei Ti lapidiamo accontentando i nostri voleri I nostri impegni, i nostri volentieri Scagliamo addosso sassi di egoismo e Pensieri di odio nei confronti del prossimo Proclamiamo amore ma accentriamo l'attenzione sul tuo contorno Diffidiamo definendolo profondo Senza conoscere, senza conoscerlo realmente Domani, o tra un'ora, o tra un minuto, adesso Le anime continueranno a circolare A squadrarsi e a valutarsi al volo, fugacemente Poi giù, giù, giù Così che l'ipocrisia possa aleggiare per bene tra di loro Tra i tasti delle loro tastiere Di quelle di chi stima sé stesso perennemente nel giusto Ma quando gli occhi illuminati dagli Schemi e dagli schermi smetteranno di illuminarsi Allora anch'esse si spegneranno Utilizziamo maschere di banalità per coprire le nostre banali menzogne Le nostre banali emotività Natura Siamo figli di chi ha smesso Di credere credendoci eccessivamente Siamo figli di espressioni trattenute e di Menefreghismi celati, velati, venati di ambizioni Aggiorniamo il nostro presente smussando i suoi Angoli più aspri e la natura è veloce, velocissima Ma, veloce, lei rallenta Subito rallenta Si allenta Attenta Si spegne