Don Abbondio nello strazio Del mio mare violentato Dello stato delle cose Che ormai è dato per scontato Nella farsa tragicomica Di una tratta autostradale Nelle morti per errore Sopra un letto d'ospedale Don Abbondio nel silenzio Don Abbondio nell'assenza Don Abbondio ai funerali Della nostra coscienza Don Abbondio sono io Affacciato alla finestra A guardare le macerie A contare quel che resta E no, stasera no, mmh Don Abbondio pasta al forno E salsiccia di maiale Don Abbondio è mio nipote Lo dobbiamo sistemare Tra le sedie e le poltrone Di un consiglio comunale Tra le mani che si allisciano E un seggio elettorale Don Abbondio negli inchini Nella schiena che si piega Don Abbondio che alla fine A noi che cazzo ce ne frega Don Abbondio sono io Affacciato alla finestra A guardare le macerie A contare quel che resta E no, stasera no, ooh Dai dadai dadai dadai da dai Dai dadai dadai dadai da dai Don Abbondio è mia madre La mia terra e il mio dialetto La Madonna che si inchina Per paura e per rispetto Per un pomodoro rosso Come il sangue di un cristo Che ha la pelle così nera Che nessuno l'ha mai visto Lavorare al buio nero Nero come è nero il lutto Di chi non avrà mai niente Perché gli hanno preso tutto Don Abbondio nel mio sguardo Che si poggia sempre altrove Per paura che agli indizi poi Si aggiungano le prove E no, stasera no, ooh Dai dadai dadai dadai da dai Dai dadai dadai dadai dadarada Dai dadai dadai dadai da da Dai dadai dadai dadai dadarada, ooooooh Don Abbondio nelle scuse, nelle giustificazioni Nelle statue, nelle piazze, nelle commemorazioni Nella voce di un padrone che non devi nominare Nella bocca che si apre solamente per mangiare E no, stasera no, mmh, mmh