Scusami, sono un po' confuso Dopo i trent'anni dicono che sia normale Che succede a tutti Nessuno escluso E meno male che ho l'istinto e l'abitudine Ad arginare questo vuoto di inquietudine Perché se avessi meno cose per cui correre Dovrei guardare in faccia il buio, farmi raggiungere Pesano senz'altro i miei trascorsi sulle rive dell'Arrone In questo modo di guardarsi da una nuova angolazione Pesa il fatto di non essere coperti dal segnale E non è niente male, e non è niente male C'era lei (c'era lei) C'era lei, c'era lei C'era sempre lei, era solo lei Era sempre lei, solo lei È vero era lei La mia destinazione Io come un pendolino Verso la sua stazione Era davvero lei Vi sembrerà scontato Ma non si vede un velo Finchè non s'è levato È vero era lei Tutta la sofferenza Lei era malattia e poi e poi E poi convalescenza Era soltanto lei A dare un ritmo al tempo Lei che rubava luce E regalava vento E fu per lei che un giorno Si inventò l'inferno Il senso più malato Della parola eterno Sì è vero, era lei Tutta la sofferenza Lei era malattia e poi, e poi E poi convalescenza Ed era sempre lei La mia filosofia, l'integralismo puro La vera ortodossia E ancora lei la nota Che ho sempre avuto in testa La bocca disegnata Dalla mia mano destra E meno male che ho l'istinto e l'abitudine Ad arginare questo vuoto di inquietudine Dovrei guardare in faccia il buio Farmi raggiungere Pesano senz'altro i miei trascorsi sulle rive dell'Arrone In questo modo di guardarsi da una nuova angolazione Pesa il fatto di non essere coperti dal segnale E non è affatto male, non è affatto male È vero, era lei La mia destinazione Io come un pendolare Dentro la sua stazione