Il racconto di mio padre un pasto di carne cruda Assai popolato a inquadratura larga Verde e affollato come un povero padrino All'odore del mosto rinsecchito Sul porto i pescatori con le facce di assassini Pranzi babelici dai toni contadini E il sapore nero agrodolce della volpe I proiettili di ferro tra quelle carni dolci Il racconto di mio padre bruno come il bronzo I cartoni parlano ai bimbi, le pitture ai morti Il linguaggio, toni forti, chiari, vivi La voglia di urlare e parlare ai sordi Migrano gli stili e si agitano le ombre Nelle sere della casa del ponte Noi e un'assemblea da Meridione preistorico Senza preoccuparci dei rintocchi dell'Europa Spero di avere ancora tante notti da abbracciarti E se non dovessi farlo più Sappi che non sono mai partito Non sono mai partito Dei tramonti porpora sognavamo in due Il gusto dolce della volpe Che mai potremo assaporare E i canti rossi, come ziti I canti rotti, come ziti E i canti rossi come ziti E i canti rossi come ziti E i canti rossi come ziti E i canti rossi come ziti E i canti rotti come ziti E i canti rotti come ziti E i canti rossi come ziti E i canti rossi come ziti Lai la lai la la Lai la lai lai la Lai la lai la la Lai la lai la la Lai la lai la la Lai la lai lai la Lai la lai la la Lai la lai lai la Lai la lai la la Lai la lai lai la Lai la lai la la Lai la lai lai la