Lui gesticolava, le sue mani sembravano bacchette Dirigeva e faceva magie parlando di cose a cui nessuno frega niente Staccava la spina al mondo, esplodeva mille pensieri al secondo E sembrava un deficiente, un deficiente Lei lo ascoltava con gli occhi sorridenti E non gliene fregava un cazzo di tutti quegli argomenti Eppure non aveva corrente E fermando tutto si divorava i giudizi e i pregiudizi degli altri E le parole di quell'idealista Con trecentocinquanta punti di vista Come mani nella luna Come stelle in un calvario Come un palloncino in aria O una caduta all'incontrario E parlava e parlava, i suoi discorsi erano senza fine E cercava, cercava un senso, il suo fine Lui sentiva qualsiasi voce ma non ascoltava nessuno Credeva solo nel suo cielo, tempesta o sereno che fosse Dava vita alla vita come dopo il Singhiozzo, come dopo il singhiozzo un colpo di tosse E guardava solo lei tutto il giorno non perché era sola Ma perché era la sola Come un pensiero se ci si crede Come i tuoi ogni anniversario Come l'acqua se si ha sete O un pullman se è in orario E cantava e sognava, e prendeva in giro la vita Ed evitava ogni problema, aveva sempre, Sempre, sempre, sempre una via d'uscita Ma proprio nel momento in cui tutto sembrava vero Il mago illudeva tutti e faceva sparire le carte Si nascondeva e finiva il suo numero a metà Perché per lui affrontare la realtà avrebbe significato perdere Lei lo sapeva e ogni volta aspettava in un finale diverso E non ci sperava più ma aspettava lo stesso Aspettava lo stesso Come Attack tra le dita Come sedie quando si è stanchi Come lei che attende lui o le biro Quando provi a scrivere sui banchi E fuggiva e fuggiva con il suo mazzo di carte in tasca E ritornava, Ritornava sempre sempre sempre con lei e il suo sorriso in testa Il mago era molto bravo ma lui, lui non lo sapeva Faceva dei trucchi che nessuno neanche immaginava Parlava di cose di cui nessuno era mai certo Abitava in un mondo che solo lei, solo lei, solo lei aveva scoperto