E da uno scoglio, guardavi il mare e ci vedevi la vita tua Quel moto lento e regolare e sotto un mondo un'immensità Sentivi l'onda infrangersi sul cuore, quel cuore grande e libero Senza riuscir a trovare le parole, così fermare quella magia E una maremma davvero amara, un giorno prese la tua gioventù E tutti in fila come una gara, Con un nodo in gola che non si sciolse mai E nello stomaco della terra buia, come la morte o forse più In quell'Europa del dopo guerra, mentre nascevano le tv E quelle sere, di stufe a legna e panni ad asciugare su Io ti vedevo come una montagna, piccolissimo in braccio a te E quelle mani di minatore che mi insegnarono a vivere E son cresciuto a cuore e sudore e tanta voglia di ridere Uomo, questa canzone è per te Uomo, chissà se la sentirai Uomo, questa canzone sei tu Uomo, chissà se mi ascolterai Quei pomeriggi di carte e vino, dopo-lavoro degli operai C'era il tuo sguardo triste e lontano e quell'angoscia che non capii Fu quell'orgoglio di uomo vero nascose la tua sensibilità Tu mi parlavi ma io non sentivo io non capivo quell'anima E mura bianche di un ospedale e un freddo anno che cominciò L'ultima rabbia a cercare il sole, poi l'universo che si oscurò Ti vidi piccolo su quel letto, poi una macchina ti portò via Io che non piansi e portai rispetto, a chi mi diede la vita sua Uomo, questa canzone è per te Uomo, chissà se la sentirai Uomo, questa canzone sei tu Uomo